Mese: Maggio 2012

  • L’ultima di Del Piero

    Il Capitano della Juventus

    Tiro, ciufff…gooool!
    Una pennellata alla Pinturicchio, disegnata con cura, desiderata, concessa volutamente dal destino. Lo stadio trema, gli occhi del Capitano parlano. Oggi il gol “alla Del Piero” ha un sapore particolare, un mix tra gioia e tristezza. Il Capitano non esulta tanto, ha la faccia triste ed avvilita, nel momento in cui tutti sono euforici.
    L’arbitro fischia! No, né per un rigore, né per un fallo, né per una punizione, solamente per un cambio chiamato dalla Juventus. Il display mostra il numero 10 (a fianco al 7). Per Alessandro Del Piero arrivato il momento di uscire dal campo dello Juventus Stadium con la maglia della sua Juve, questa volta per sempre.
    Dolore, commozione generale, e nodo alla gola. Il Capitano saluta compagni ed avversari, si dirige prima al centro del campo per inchinarsi al suo pubblico, e poi esce dal rettangolo verde, abbraccia l’amico Buffon, come un ideale passaggio di consegne e si siede in panchina. Si rialza per andare a salutare i suoi tifosi da vicino, si commuove e poi sorride. Sugli spalti si canta “C’è solo un capitano” con le lacrime che rigano il viso e non vogliono smettere di scendere.
    La partita finisce, ora c’è la consegna sello scudetto, inizia la festa. Del Piero viene chiamato per ultimo, corre sulla passerella rossa, e va sul punto più alto del palchetto della premiazione. E’ pronto per alzare la coppa, l’ultima in bianconero. La prende, la bacia, e con forza la alza così in alto tanto da arrivare quasi a toccare il cielo. I coriandoli scendono, le lacrime si mischiano ai sorrisi.
    Il Capitano sorridente che alza l’ennesimo trofeo, non poteva che finire con questa meravigliosa fotografia, la sua storia d’amore con la Juventus.

    Roberta Zambiachi

  • Psychologist’s Creed

    Quando ti ho chiesto di ascoltarmi
    e tu hai cominciato a darmi consigli
    non hai fatto ciò che ti ho chiesto.
    Quando ti ho chiesto di ascoltarmi
    e tu hai cominciato a dirmi perché non avrei dovuto sentirmi in quel modo,
    tu hai calpestato i miei sentimenti.
    Quando ti ho chiesto di ascoltarmi
    e tu hai sentito di dover fare qualcosa per risolvere i miei problemi,
    per quanto strano possa sembrarti, hai sbagliato.
    Ascolta! Tutto ciò che chiedo è che tu ascolti:
    non parlare o fare, semplicemente ascoltami.
    I consigli costano poco, con dieci centesimi hai Dear Abby e Billy Graham insieme
    nello stesso giornale,
    e posso farlo da solo, non ho bisogno di aiuto.
    Quando fai per me cose che posso e desidero fare da solo, tu aumenti le mie paure
    e le mie debolezze.
    Ma, se accetti come un semplice dato di fatto che io provo ciò che provo,
    non importa quanto irrazionale sia, allora io posso lasciarmi convincere da te e provare
    a capire cosa c’è dietro i miei pensieri irrazionali.
    E quando questo è chiaro, la risposta è evidente e non ho bisogno di consigli.
    I sentimenti irrazionali hanno un senso quando capiamo cosa c’è dietro.
    Forse è per questo che qualche volta, con certe persone, anche la preghiera funziona,
    perché Dio è muto, non dà consigli e non cerca di stabilire gli eventi.
    Egli semplicemente ascolta e ci lascia lavorare da soli per noi stessi.
    Quindi, per piacere, stammi a sentire e semplicemente ascoltami. E se vuoi parlare
    aspetta un minuto, quando toccherà a te;
    e io ti ascolterò.

    Ascoltare, Social work with groups newsletter.