Mese: Novembre 2011

  • facial features and stereotypes

    Chi ha un aspetto che suggerisce un’impressione falsa non necessariamente cerca di ingannare gli altri: una mantide religiosa mimetizzata in un modo da somigliare a una foglia non mente, come non mente un uomo la cui fronte alta fa sospettare un’intelligenza maggiore di quella che ha.

    È interessante cercare di individuare la base di questi stereotipi. Presumibilmente la fronte alta viene considerata erroneamente come indice della grandezza del cervello, così come lo stereotipo secondo cui le labbra sottili denotano crudeltà si basa sull’osservazione esatta che le labbra in effetti si stringono nella collera. L’errore sta nel fatto di utilizzare l’indizio di uno stato emotivo transitorio per giudicare un tratto permanente di personalità.

    Un tale giudizio suppone che le persone dalle labbra sottili abbiano questo aspetto perché stringono continuamente le labbra per la rabbia; ma le labbra sottili possono essere un carattere ereditario permanente.

    Lo stereotipo secondo cui le labbra tumide indicherebbero sensualità nasce da un analogo errore logico: dall’osservazione esatta che le labbra si gonfiano per l’afflusso di sangue durante l’eccitazione sessuale, si ricava il giudizio sbagliato circa un tratto permanente della personalità. Anche in questo caso, la forma delle labbra può essere un carattere ereditario fissato una volta per tutte.

  • Regole per DEmotivare

    Non fornire una visione ampia sul futuro e sugli obiettivi

    Obiettivi privi di interesse e sfida, obiettivi ripetitivi

    Dimensione di equità: un sistema in cui la dimensione di ingiustizia è percepita come eccessiva

    Mancanza di riconoscimento: giudizio negativo sulla persona e non sulla performance

    Non valorizzare le differenze e scoraggiare i rapporti creativi

    Confrontarsi con problemi nuovi dando risposte vecchie

    Trionfo del fare sul pensare

    Utilizzo autorità pragmatica

    Valorizzare solo la razionalità e non l’emozione

  • Lettera di Valerie – V per Vendetta

    So che non posso in nessun modo convincerti che questo non è uno dei loro trucchi, ma non mi interessa. Io sono io.
    Mi chiamo Valerie. Non credo che vivrò ancora a lungo e volevo raccontare a qualcuno la mia vita. Questa è l’unica autobiografia che scriverò e … Dio… mi tocca scriverla sulla carta igienica.
    Sono nata a Nottingham nel 1985. Non ricordo molto dei miei primi anni, ma ricordo la pioggia.
    Mia nonna aveva una fattoria a Totalbrook e mi diceva sempre che “Dio è nella pioggia”.
    Superai l’esame di terza media ed entrai al liceo femminile. Fu a scuola che incontrai la mia prima ragazza: si chiamava Sara. Furono i suoi polsi… erano bellissimi. Pensavo che ci saremmo amate per sempre. Ricordo che il nostro insegnante ci disse che era una fase adolescenziale, che sarebbe passata crescendo. Per Sara fu così, per me no.
    Nel 2002 mi innamorai di Christina. Quell’anno confessai la verità ai miei genitori. Non avrei potuto farlo senza Chris che mi teneva la mano. Mio padre ascoltava ma non mi guardava. Mi disse di andarmene e di non tornare mai più. Mia madre non disse niente, ma io avevo detto solo la verità, ero stata così egoista? Noi svendiamo la nostra onestà molto facilmente, ma in realtà è l’unica cosa che abbiamo, è il nostro ultimo piccolo spazio… All’interno di quel centimetro siamo liberi.
    Avevo sempre saputo cosa fare nella vita, e nel 2015 recitai nel mio primo film: “Le pianure di sale”. Fu il ruolo più importante della mia vita, non per la mia carriera ma perché fu lì che incontrai Ruth. La prima volta che ci baciammo, capii che non avrei mai più voluto baciare altre labbra al di fuori delle sue.
    Andammo a vivere insieme in un appartamentino a Londra. Lei coltivava le Scarlett Carson per me nel vaso sulla finestra e la nostra casa profumava sempre di rose. Furono gli anni più belli della mia vita.
    Ma la guerra in America divorò quasi tutto e alla fine arrivò a Londra.
    A quel punto non ci furono più rose… per nessuno.
    Ricordo come cominciò a cambiare il significato delle parole. Parole poco comuni come “fiancheggiatore” e “risanamento” divennero spaventose, mentre cose come “Fuoco Norreno” e “Gli articoli della fedeltà” divennero potenti. Ricordo come “diverso” diventò“pericoloso”. Ancora non capisco perché ci odiano così tanto.
    Presero Ruth mentre faceva la spesa. Non ho mai pianto tanto in vita mia. Non passò molto tempo prima che venissero a prendere anche me.
    Sembra strano che la mia vita debba finire in un posto così orribile, ma per tre anni ho avuto le rose e non ho chiesto scusa a nessuno.
    Morirò qui… tutto di me finirà… tutto… tranne quell’ultimo centimetro… un centimetro… è piccolo, ed è fragile, ma è l’unica cosa al mondo che valga la pena di avere.
    Non dobbiamo mai perderlo, o svenderlo, non dobbiamo permettere che ce lo rubino… Spero che chiunque tu sia, almeno tu, possa fuggire da questo posto; spero che il mondo cambi e le cose vadano meglio ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò, e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai… io ti amo, dal più profondo del cuore… Io ti amo.
    – Valerie.